Ho avuto giorni movimentati e ciò non mi ha consentito di scrivere sul blog.
Anyway, una nuova settimana inizia e con essa la routine di tutti i days. Da domani, infatti, iniziano le lezioni del secondo semestre e, dunque, ad aspettarmi ci sarà una full-immersion di prof. isterici e caos universitario.
Nel frattempo mi stò dedicando ad acquisti online. In città non si trova nulla di speciale e così Ebay sta diventando il mio punto di riferimento per vestiti & co.
Ultimi acquisti? Una polo della Hollister , una felpa dell'Abercrombie ed il dvd di uno dei miei film preferiti d'infanzia, ovvero "La storia infinita"...tutti rigorosamente nuovi e cartellinati a prezzi davvero vantaggiosi.
Intanto sul fronte lavorativo, si apre lo spiraglio concreto di fare uno stage per un importante quotidiano: credo proprio che tra qualche giorno inizierò anche questa avventura.
Ora, rileggendomi, devo dire che ho sparato un sacco di stronzate e sò benissimo cosa state pensando in questo momento. Quindi concludo il post come probabilmente lo concludereste voi.
...ma a noi che ce frega? ;-)

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Stare dietro alla mia facoltà non è facile. Rischi giornalmente di farti inghiottire da una spirale che ti trascina in fondo e gli sforzi per rialzarsi a volte non servono.
40 esami in tre anni (che puntualmente finisci in 5) non vi sembrano leggermente esagerati? E poi lezioni seduti in un cinema, esami interminabili da 400 persone tutte concentrate in una sola giornata, sballottati da una parte all'altra di Roma a rincorrere professori ed assistenti.
Siamo troppi e c'è troppo stress. Troppi comunicatori nel nuovo millennio.
Il mio obiettivo di perseguire la laurea entro febbraio 2008 è messo sempre in dubbio da continui e repentini cambiamenti. Conseguenza di tutto ciò? La voglia di studiare passa e ti ritrovi a preparare un esame di 500 pagine in 6 giorni.
Lo sò, sono stressato da tutto questo e non vedo l'ora di tagliare la linea di quel traguardo che vedo ancora come un miraggio. Al countdown mancano più di 10 esami...ce la farò?

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Mi pesa parlare oggi. Sono stanco, io, grande appassionato di calcio, tifoso accanito della mia squadra del cuore.
In Sicilia è successo un qualcosa che rimanda il pensiero all'uomo primitivo.
Da tempo si era oltrepassato il limite della decenza e della civiltà, ma mai nessuno è intervenuto pesantemente sulla questione. Tante belle parole, ottimi oratori che hanno pensato di risolvere il problema con i discorsi e mai con i fatti.
Io allo stadio ci sono andato e ci vado tutt'ora e le cose che si vedono sono assurde.
Ed il pensiero, ovviamente, và agli stadi inglesi. Ma si potrà mai esportare e vedere il modello britannico nel nostro Paese? Credo proprio di no e lo sarà per molti anni. Troppa la differenza culturale, troppa la differenza della classe politica e sociale, troppi gli interessi che ruotano intorno a questo mondo pallonaro, gestito dai soliti noti.
Adesso sono sospesi tutti i campionati a tempo indeterminato, ma può servire realmente a contrastare questa ignobile ed infame routine domenicale?
Sò solo che ieri un poliziotto è uscito di casa per andare a lavorare in uno stadio dal quale non ne è più uscito, sò solo che l'altra settimana un dirigente di una squadra dilettantistica è stato massacrato negli spogliatoi, sò solo che almeno 1-2 persone l'anno ci rimettono la pelle per andare a vedere una semplice partita.
Ora è troppo. Basta.

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